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« Ce que le jour doit à la nuit » un film di Alexandre Arcady

ce que le jour doit à la nuitArticolo di Alessandra Cimarosti.

« Ce que le jour doit à la nuit » tratto dall’omonimo romanzo del popolare scrittore algerino Yasmina Khadra, è diretto dal regista Alexandre Arcady, ed è uscito nelle sale francesi nel 2012. Nonostante le sue 2 ore e 40 minuti di durata, scorre rapidamente, catturando lo spettatore e rendendolo parte del film stesso.

Sembra quasi di ritrovarsi dietro ad un oleandro a spiare le mosse degli attori. C’è un coinvolgimento totale, sono decisamente le emozione a dominare nella pellicola. È forse proprio per questo che il film è ben riuscito. Il regista è stato capace di trasformare in fotogrammi ciò che lo scrittore ha più a cuore: il fattore umano. Yasmina Khadra, come lui stesso ha dichiarato, cerca di analizzare l’umanità, trovando spiegazioni con la sua letteratura. È l’uomo il fulcro di tutto e lo si percepisce anche nel film.

Youness, bambino di 9 anni, cresce in una realtà difficile fatta di sacrifici, incomprensioni, povertà e tanta pazienza. Il padre, per evitare che faccia la sua stessa fine, lo affida al fratello Mohammed, un farmacista sposato con Madeleine, del tutto integrato nella comunità francese di Orano. A questo punto Youness diventa Jonas e viene catapultato in un mondo ovattato, colorato – a volte anche un po’ frivolo, basti pensare che in uno dei giardini dei coloni ci sono addirittura dei pavoni – nel quale però cresce, con l’affetto caloroso degli zii, ricordandosi sempre delle sue origini.

La trama ha come scenario l’Algeria che va dagli anni ’30, al 1962, anno dell’Indipendenza algerina, con momenti di flashback in periodi più recenti. La guerra, l’inquisizione da parte della polizia – prima francese, poi algerina – che cerca di scovare il nemico traditore, i guerriglieri del Fronte di Liberazione Nazionale, i bombardamenti, gli spargimenti di sangue però, sono solo delle ombre che a volte si estendono sui vari personaggi. Probabilmente è questo l’unico aspetto “negativo” del film, in quanto si crede a stento che avvenimenti così importanti possano entrare, in un modo così poco invasivo, nelle vite dei personaggi.

I veri protagonisti sono l’amore dilagante ed impossibile tra Youness/Jonas e la meravigliosa Émilie, amore che sembra strabordare dagli angoli del grande schermo; l’amicizia, quella vera, quella che dura per una vita intera, quella che finisce sempre per trionfare; la venerazione per un paese conteso che alla fine viene riconsegnato al legittimo proprietario: il popolo algerino (anche se, per quanto riguarda questo ultimo punto, il regista offre una possibilità di riflessione sull’appartenenza di un paese; quella terra è di chi ci è nato? Di chi ci è cresciuto? Di chi ci ha investito?).

Le riprese – girate maggiormente in Tunisia, lo stesso Yasmina Khadra ha dichiarato che probabilmente solamente due minuti di pellicola sono stati fatti in Algeria – cercano di esaltare queste tre componenti. Elevano lo splendore dei campi di grano, onorano i profumi di quella terra, cantano i sentimenti profondi dei personaggi. C’è quasi una ricerca estetica da parte del regista. Un culto della bellezza, al quale contribuiscono pienamente attori espressivi dal viso d’angelo, come Fuad Ait Aattou (nel ruolo di Youness/Jonas), Nora Arnezeder (nel ruolo di Émilie), Anne Consigny (nel ruolo di Madeleine) e così via.

Film trascinante, vivamente consigliato.

Link del trailer di “Ce que le jour doit à la nuit”!