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Casa Babili, graphic novel di Lutfiya Duleimi sulla Baghdad occupata

Casa Babilidi Ana Carbajosa (El Pais 20/05/2013). Traduzione di Claudia Avolio.

Raccontare l’occupazione statunitense in Iraq dal punto di vista di alcune giovani irachene laiche rappresenta una certa novità. Farlo poi per mano di una scrittrice irachena e attraverso una graphic novel è una bella rarità. La pubblicazione – presentata di recente a Madrid col titolo Casa Babili – coincide col decimo anniversario dell’invasione e con un momento in cui il fuoco mediatico è passato ormai ad altre nazioni, mentre l’Iraq si dissangua. Casa Babili. La odisea de los iraquíes en el Bagdad ocupado (Norma editorial) racconta come Hayat Babili, giornalista divorziata di 30 anni che vive rifugiata nel seminterrato della sua famiglia, lotta contro gli islamisti barbuti.

Lotta, inoltre, anche contro i soldati statunitensi che fanno i propri comodi per le strade di Baghdad. Questa graphic novel apre al lettore una ad una tutte le finestre di casa Babili. Lì dentro, in stanze che odorano di miele e sabbia del deserto, il lettore assiste alla straordinaria quotidianità irachena, alle paure, alla morte, alla repressione e alla difficoltà di essere donna nell’Iraq post-occupazione… Ma assiste anche all’innamoramento, all’amicizia tra donne e alla solidarietà che fiorisce tra la popolazione in tempi di guerra. In casa Babili si respira poi l’amore per i libri, per la cultura e per i tesori archeologici di un Iraq insanguinato.

Questo e molto altro si ritrova nelle vignette della graphic novel disegnata ed adattata per l’edizione spagnola da Sara Rojo e Javier Carbajo. A quest’ultimo hanno appena assegnato il suo terzo World Press Cartoon, anche se Casa Babili è la sua prima graphic novel. La Rojo, invece, è autrice della serie Esmeralda (Macmillan Iberia 2011) ed è una veterana dell’illustrazione per ragazzi. Con questo progetto si sono addentrati tuttavia in un mondo a loro sconosciuto. Gran parte del lavoro – hanno spiegato durante la presentazione – è consistito nell’adattare la voluminosa novel dell’irachena Lutfiya Duleimi a un comic di 112 pagine. Il risultato è una storia che si legge con facilità e che spiega più della vita in Iraq di quanto non facciano molti titoli di giornale.

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