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Autunno al Cairo

Foto di Enrica Schivardi

Freddo, nebbia, riscaldamento acceso, crisantemi; arriva novembre ed io comincio ad essere inquieta. Ogni anno in questo periodo vorrei scappare al Cairo, reagire al clima del nord Italia e buttarmi nel caos cairota.

Il mio primo soggiorno al Cairo lo trascorsi a Rod el Farag ospite di amici che mi hanno insegnato a muovermi per le strade di Shoubra e con i mezzi della capitale egiziana. Sono passati molti anni e ogni volta l’Egitto mi ha fatto ritrovare amici, strade, piazze, che di anno in anno cambiavano il loro aspetto. Sembrava che tutto dovesse rimanere immobile, caratteristico, folkloristico ad uso dei turisti che fotografavano moschee e cumuli di immondizie. E invece, fra i problemi e la miseria di sempre, si è fatta avanti una nuova generazione che ad un paio di scarpe preferiva il cellulare e il computer, frequentava gli internet caffè e viaggiava nei siti di mezzo mondo.

Le griffe sono roba da pochi ricchi di Zamalik che scimiottano noi europei ma il resto della gente faceva i salti mortali mangiando pane e cipolla per far studiare i figli. Si rinnovavano strade e piazze ma si rinnovavano anche le idee che per forza non dovevano essere omologate alle idee occidentali. Ogni anno li trovavo cambiati i miei amici egiziani, stanchi, invecchiati ma mai arresi.

Ammiro il lento, continuo, estenuante rinnovamento del Cairo e della sua gente, la tenacia e la gentilezza con cui ti spiegano i loro problemi (enormi) senza perdere lo sguardo fiero e profondo. Chi sono gli islamisti ? nulla rispetto alla moltitudine dei deliziosi abitanti del Cairo. La massa degli egiziani continuerà a lavorare e a ragionare per il bene dei propri figli e della propria nazione, prima nelle famiglie, poi nelle piazze fino a cambiare pelle, ci saranno ancora grandi sacrifici da fare ma poi dalla fatica nascernno generazioni autonome che sapranno riorganizzare lo Stato, le strade, i centri storici, le città satellite, le fabbriche e l’agricoltura.

Scappo dalla tristezza per trovare fatica? No, vado ad imparare a non darmi mai per vinta.