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Auschwitz, gli arabi e l’Islam in Occidente

Auschwitz

Di Farhat Othman. Al Huffington Post Maghreb (28/04/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen.

Alcune statistiche sulla provenienza e la nazionalità dei visitatori che si recano ad Auschwitz rivelano la presenza di persone interessate a quanto accaduto, provenienti dai quattro angoli del globo ad eccezione dei Paesi del Maghreb e del Medio Oriente.

Perché gli arabi non visitano Auschwitz? “Senza cadere in generalizzazioni e stigmatizzazioni basta pensare che nordafricani, berberi, arabi, musulmani (veri o presunti) e tutti gli abitanti di Egitto, Giordania e Yemen, per citarne alcuni, non hanno la possibilità di farlo  perché a corto di mezzi finanziari e senza visto”. Così il giornalista Mohamed Sifaoui, in un recente articolo, ha “giustificato” l’assenza del mondo arabo ad Auschwitz.

Affrontando lo stereotipo che vuole gli ebrei come esseri odiosi e odiati per natura, che non ispirano che disprezzo, odio e mai compassione, Sifaoui insiste sull’esistenza di un fattore storico-culturale e di un sentimento arabo anti-ebraico. Posto per assodato che non c’è mai stato un particolare odio dei musulmani nei confronti degli ebrei, e considerato il fatto che l’Islam che oggi è così tanto stigmatizzato come “terrorista” e “anti-semita” affonda le sue radici proprio nella tradizione giudaico-cristiana, la storia del “musulmano giudeofobico da 14 secoli”, altro non è che una semplificazione di questioni molto più profonde.

È stato l’Occidente, infatti, ad aver installato al suo posto la dinastia wahhabita che supporta i regimi musulmani più retrogradi e ostili ad Israele. È stato sempre l’Occidente ad aver incoraggiato la formazione di Daesh (ISIS), direttamente o indirettamente. È sempre l’Occidente che accetta le tragedie attuali del Mediterraneo e di molti altri Paesi, gridando al pericolo di un mondo attanagliato dal “pericolo islamista”. A questo proposito, l’Occidente è infatti molto attento a caldeggiare nel mondo arabo soluzioni di governo che prevedono un leader islamico in grado di “moderare l’Islam”. Prendendo ad esempio di ciò la Tunisia, perché l’Occidente non è riuscito a far sì che il Paese abbia allacciato relazioni stabili con Israele?

La risposta non sta nel fatto che il popolo tunisino, in quanto arabo, sia per natura contro Israele, quanto piuttosto nel fatto che i suoi dirigenti sono asserviti ad un Occidente autistico e alla sua  politica criminale.

Se da una parte è giusto e necessario che, in questo momento di totale confusione dei valori, si incentivi a non dimenticare il passato e le responsabilità collettive, tuttavia dall’altra parte c’è da dire che se gli arabi non visitano Auschwitz è anche perché molti di loro si trovano quotidianamente a viverlo. Sebbene non possa esserci paragone, è importante però che gli attivisti per i diritti umani prestino attenzione a questo aspetto invece di denunciare sempre e solo l’olocausto nazista, denunciato ormai da tutti i media moderni, attraverso il sostegno incondizionato dell’Occidente.

In questo contesto, il mantenimento dello status quo presupporrebbe che l’Islam continui ad esser visto sempre come antisemita e oscurantista. Questa visione della religione islamica non continuerà ad andare a favore di nessuno se non dei fini politici occidentali e di quelli dei loro alleati al potere.

Perdere interesse per l’olocausto non è antisemitismo. Questo atteggiamento può piuttosto essere ricondotto ad una “semplice” mancanza di umanità in toto. Relativizzando una di pessimismo, considerare gli arabi come anti-semiti è quanto di più illogico possa esistere, considerando il fatto che essendo essi stessi, in origine, un popolo semita, sarebbero “anti-sé”, al limite della schizofrenia.

Il sentimento di “umanità”, sebbene non debba essere una geometria variabile, non sfugge purtroppo alla banalità del male in Oriente come in Occidente, in un contesto religioso come in uno laico.

Farhat Othman è un avvocato, politologo, sociologo ed ex diplomatico tunisino.

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Roberta Papaleo

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  • Speriamo e vogliamo che il giorno ”GIUSTO” arrivi. Comunque se due persone sono COLPEVOLI di non capirsi, di non frequentarsi, di odiarsi. la colpa alle FONDAMENTA DEL PROBLEMA CHE ESISTE, e’ di TUTTI E DUE, la storia dice e dira’ con quale percentuale, se diversa dal 50% ciascuno, MA SOLO LA STORIA PUO’ E POTRA DIRLO, tutto il resto e’ propaganda