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Assadizzazione: un cancro politico

aleppo

Di Hussein Shabokshi. Asharq Al-Awsat (18/01/2013).  Traduzione di Emanuela Barbieri.

aleppoStiamo ancora testimoniando le ripercussioni dell’assalto criminale intrapreso dalle forze di Bashar Al-Assad – con l’aereo “MiG” – sul campus di Aleppo. Tale assalto, che ha causato più di 200 morti, è la scena di un nuovo capitolo di morte e terrore nel quale il regime Al-Assad ha condotto il suo popolo.

La serie di uccisioni, distruzione e sabotaggio continua in Siria con tutti i mezzi, i metodi e le tecniche possibili. Aleppo è stata assoggettata a una campagna di genocidio verso tutti i simboli culturali e civili. Il vecchio mercato, con la sua eredità mamelucca e ottomana, considerato uno dei mercati coperti più grandi e famosi della storia, è stato colpito da un fuoco violento che ha bruciato i suoi chioschi storici come risultato dei bombardamenti del regime. La stessa cosa è successa alla Grande Moschea Ommayade della città, bruciata, saccheggiata e distrutta deliberatamente, e al più importante simbolo della città, la magnifica Cittadella di Aleppo.

Oggi vediamo il regime attaccare e distruggere l’Università di Aleppo, uno dei più importanti e prestigiosi stabilimenti accademici arabi. La storica università era un’istituzione molto prima che la Siria fosse contaminata dai regimi di Hafez e Al-Assad e il partito Baath.

L’obiettivo dell’Università di Aleppo e del prestigioso Collegio di Architettura era inviare un messaggio implicito, chiaramente diretto a tutti coloro che volessero ricostruire la Siria in futuro. Il regime Al-Assad non sta solo distruggendo il Paese, sta cercando anche di distruggere chiunque pensi di ricostruirlo un domani.

Scienziati politici, analisti e coloro che seguono l’attualità sono preoccupati della gravità della situazione in Siria e temono che questa peggiori. L’hanno descritta analoga alla “Somalizzazione”, “Libanizzazione” o “Iraqizzazione”, in riferimento alle condizioni di deterioramento sofferte dai vari paesi arabi. D’ogni modo, ciò che sta succedendo in Siria oggi è un fenomeno separato che farà parte della storia politica e verrà analizzato negli anni a venire. Un fenomeno che possiamo chiamare “Assadizzazione”. L’Assadizzazione è la pratica di commettere un genocidio contro quello stesso popolo che si suppone tu debba governare, promuovendo l’idea che il mondo stia cospirando contro di te perché tu difendi i principi di “resistenza” e “opposizione”, e continuando a ripetere tale idea ancora e ancora col fine di persuadere il pubblico alla paura e alla sottomissione.

Nel futuro, l’Assadizzazione sarà un caso politico preso attentamente in considerazione. Gli psicologi si incontreranno per discuterne, per scendere a patti con il panico e la paura che il regime avrà installato nei cuori della gente per decadi, attraverso umiliazione, degrado e intimidazione. Ugualmente, i sociologi si incontreranno per studiare come il regime sia potuto esistere con tutti i suoi strati malvagi, uno sull’altro, pieni di personalità sospette e conniventi. Gli economisti dibatteranno su come il regime abbia potuto eliminare le virtù di iniziativa e coraggio per le quali era tradizionalmente nota l’economia siriana, forzando imprenditori e uomini d’affari a lasciare il Paese, facendolo penetrare in un debito consistente attraverso una farsesca serie di fallimenti economici che hanno esaurito la Siria e il suo popolo.

Il fenomeno sta ancora avanzando in tutte le sue forme e l’Assadizzazione continuerà fino alla fine. Il regime, che è salito al potere tramite un cavallo di Troia di bugie, non è più molto convinto degli slogan di arabismo, resistenza, socialismo e unità che ha usato per emergere, e sta infatti mettendo in pratica l’esatto opposto. Oggi, mentre il regime si scontra con il “suo popolo” in una battaglia per la sopravvivenza e per la salvezza, non c’è più posto per la vergogna, né per le menzogne, poiché la maschera è finalmente caduta rivelando la vera faccia di Al-Assad.

Bashar al-Assad è salito al potere grazie all’Assemblea del Popolo Siriano con qualcosa di simile a un ballo in maschera. Ha ben presto emanato la cosituzione secondo i propri interessi poi, in una scena comico-satirica, ha cercato di convincere il mondo di esser stato eletto “democraticamente”. Si sa che Bashar non era stato la prima scelta del padre Hafez, ma solo dopo la morte del fratello maggiore Basil in un misterioso incidente d’auto, Bashar venne presentato al popolo con espressioni pacate quali “l’amato dottore” e “un uomo che capisce internet”. Questi slogan furono usati per distrarre la gente dalla continua serie di assadizzazioni che hanno condotto la Siria alla triste realtà che ci appare oggi.

La gente ha perso la speranza, lasciando posto al sospetto e alla paura, strappandogli dignità e libertà. Il mondo ha tradito i ribelli siriani e ha fallito nel provvedere armi o informazioni all’Esercito Libero Siriano. È subito intervenuto in Mali per salvare la situazione, mentre la Siria e il suo popolo stanno chiedendo aiuto da oltre due anni. Questa è vergognosa ipocrisia politica.

L’Assadizzazione è un cancro politico che ha afflitto il mondo arabo e noi dobbiamo sbarazzarcene. Al-Assad è sorpassato nei suoi crimini solo da coloro che continuano a supportarlo e giustificarlo.

 

http://www.asharq-e.com/news.asp?section=2&id=32596

 

About the author

Emanuela Barbieri

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

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