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Almost Dawn in Libya: una mostra molto attesa

Tripoli Post (30/06/2012). Traduzione di Claudia Avolio

 

“Quasi l’Alba in Libia” è il titolo scelto per un progetto a più mani, in cui otto fotografi sono riusciti a raccogliere i fondi necessari ad esporre in 4 mostre simultanee le foto del conflitto libico. Hanno infatti raggiunto la somma di 40 mila dollari che si erano prefissati. Se ne parla in LightBox, un nuovo blog a cura del dipartimento di Fotografia del Time. Uno dei fautori dell’iniziativa, il fotografo André Liohn, ha parlato proprio a LightBox dalla città libica di Misurata, dove si stava preparando ad allestire la sua mostra.

 

“Il fatto che finalmente abbiamo le foto tra le mani,” dice Liohn, “è molto entusiasmante”. Il fotografo stima che l’80 percento delle stampe è giunto a buon termine, ma il processo è rallentato dai “resti” del conflitto libico, a cui le mostre si rivolgono. Il giorno prima che Liohn parlasse a LightBox, alcune milizie hanno preso il controllo dell’aeroporto di Tripoli. All’orizzonte ci sono anche le elezioni. Ancora non è chiaro se gli altri fotografi che fanno parte di Almost Dawn in Libia riusciranno a raggiungere il Paese per le inaugurazioni delle mostre.

 

Ma dopo tutto quello che i fotoreporter hanno passato per catturare il conflitto libico su pellicola, questi sembrano ostacoli non troppo scoraggianti. Liohn si dice pronto ad avviare le mostre, in special modo perché la gente che incontra in Libia è altrettanto pronta. Nonostante – o forse proprio per questo – il trauma della guerra, il popolo gli sembra ansioso di contribuire alla propria guarigione attraverso la fotografia. “Sentiamo che il progetto è tanto nostro quanto loro,” dice Liohn, citando le persone che hanno donato sia gli spazi sia i servizi di stampa assai costosi. “Per me è molto coraggioso da parte loro assumersi una tale responsabilità per realizzare le mostre”.

 

L’assenza di didascalie fa parte della visione originale per il progetto, mirata a consentire ai visitatori di vedere oltre ogni divisione tra le regioni e le popolazioni libiche. Nonostante il lavoro ancora da fare – e non sorprende, visto l’arduo compito di montare quattro mostre identiche disseminate in una nazione ancora molto provata – le esibizioni hanno aperto i battenti il 1 luglio a Tripoli, Misurata, Bengazi e Zintan. L’obiettivo delle foto è quello di fornire materiale che stimoli dibattiti e discussioni sul futuro del Paese. “Temono che la Libia non diventerà un buon Paese,” dice Liohn, “Ma non permettono alla paura di impedire loro di trasformare la Libia in ciò che sognano possa diventare”.

 

I fotografi delle mostre sono: Lynsey Addario, Eric Bouvet, Bryan Denton, Christopher Morris, Jehad Nga, Finbarr O’Reilly e Paolo Pellegrin, col contributo di Annalisa D’Angelo. Ecco le date e le location delle esposizioni:

1 luglio: Misurata – Goz-elteek-Hotel

4 luglio: Bengazi – Museo di Bengazi

10 luglio: Tripoli – Dar Al Funun (Casa delle Arti)

12 luglio: Zintan – Zintan Media Centre