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Algeria: quando l’esercito esce dal suo mutismo

Di Ali Boukhlef. El Watan (27/04/2014). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia.

L’esercito, spesso additato per la sua mancanza flagrante di comunicazione, da qualche mese a questa parte ha cambiato strategia.

Un nuovo capitolo di questa nuova era della comunicazione militare algerina si è aperto ieri quando il generale Boualem Madi, responsabile della comunicazione del ministero della Difesa algerino, ha partecipato a una trasmissione radiofonica per rispondere a delle domande sull’attualità del suo Paese: le operazioni sulle frontiere,  i rischi terroristici, gli ultimi cambiamenti operati all’interno del Dipartimento dei servizi segreti, sono stati alcuni degli argomenti affrontati.

Il generale se l’è sbrigata meglio di molti responsabili di comunicazioni di altri dipartimenti ministeriali. Pesando ogni parola, a volte fino ad arrivare a non dire nulla, la sua uscita mediatica è una novità in un sistema di solito ermetico. Il generale ha avuto il merito di esprimersi al nome di un’istituzione di cui non si conosce la metà dei responsabili.

La partecipazione radiofonica del generale rientra nel quadro di una strategia di ricentramento della comunicazione di quest’istituzione militare. Di solito la stampa è invitata solo a giornate a porte aperte o a seminari mirati mentre recentemente ha incominciato a ricevere comunicati sulle operazioni militari.

I responsabili militari hanno iniziato a dare loro stessi informazioni, anche quando non sono proprio a loro favore e a volte pubblicano addirittura sul sito internet da poco aggiornato, foto di soldati durante le operazioni militari.

Quest’atteggiamento si discosta dalla tradizionale dissimulazione di informazioni sulla sicurezza appaiata al rifiuto dell’esercito di comunicare, benché questa evoluzione nella comunicazione non deve far dimenticare che rimangono enormi sforzi da fare, soprattutto nell’era di Internet.

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