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Algeria: quaderni delle lamentele dei pescatori

sardine1El Watan (01/07/2013).  Dopo il mese di Ramadan i pescatori algerini prevedono di entrare in sciopero per un lasso di tempo indefinito. Da qui a quel periodo, richiedono che venga promulgato uno statuto particolare che prenda in considerazione le loro esigenze. In primo luogo, i pescatori chiedono di andare in pensione a 55 anni:  “L’Algeria è l’unico paese in cui i pescatori lavorano fino a 60 anni”, ricorda Hocine Bellout, presidente del Comitato nazionale dei pescatori. A questo proposito, viene anche richiesta una rivalorizzazione della pensione.

Secondo Bellout, alcuni di loro percepiscono una pensione di 14000 dinari algerini (circa 135euro) mentre il reddito minimo è fissato a 18000 dinari (circa 173 euro).

Tra l’altro le regole sulla pesca vengono continuamente trasgredite, così in 30 porti vengono ancora usate casse di legno, severamente vietate, mentre quelle di plastica vengono usate solo nel porto di Algeri. Il periodo di riposo biologico (maggio-agosto) non viene rispettato dato che è stato promesso ai pescatori di esser pagati durante quello stesso periodo.

Bellout denuncia quella che definisce “mafia della messa in commercio” dei prodotti ittici. Chi ne fa parte ha il monopolio di 31 porti di pesca”, sottolinea Bellout che mette in evidenza la mancanza di controlli: “Questi commercianti arrivano alle 3 del mattino, quando gli uffici amministrativi sono chiusi. Così possono comprare le sardine a 120 dinari, prezzo che viene moltiplicato per tre o quattro al mercato. L’aumento di prezzo sarà giustificato dal deficit.

Durante il Ramadan il prezzo delle sardine conoscerà un ulteriore aumento.