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Algeria: l’incerto futuro del post-Bouteflika

Di Essaïd Wakli. Algérie Focus (23/09/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Gli affari dello Stato, in Algeria, continuano a essere circondate dalla totale oscurità.

In un articolo pubblicato sul sito dell’Istituto delle relazioni internazionali (IRIS), l’analista Kader Abderrahime scrive: “Per il fatto di non aver osato riformare il sistema di governo che vige in Algeria dal 1965, anno del colpo di Stato di Boumédiène, Abdelaziz Bouteflika potrebbe trovarsi di fronte a un buco nero, politico e sociale. Il contratto sul quale funziona in Paese da decenni è stato spezzato”. Perciò, Abderrahime pensa che non è detto che il regime cadrà, soprattutto a causa (o grazie?) alla persistenza della caotica situazione securitaria sulle frontiere nazionali.

In questi tempi di incertezza per l’avvenire del Paese, vengono avanzate diverse tesi che riguardano il post-Bouteflika da una serie di analisti, politologi, leader politici e vecchi governanti. Ognuno con la sua versione.

Persino l’ex ministro degli Interni, Daho Ould-Kablia, considerato figura vicina a Bouteflika quando era al governo, ha detto la sua. In un’intervista con il sito d’informazione Tout sur l’Algérie, Ould-Kablia ha dichiarato che Bouteflka “non poteva sopportare l’idea di dividere il potere e, da abile manovratore, si prenderà tutto il tempo necessario per consolidare il suo potere”. Secondo l’ex ministro, per Abdelaziz Bouteflika la democrazia “non fa parte della (sua) cultura; non è mai stato trasparente in ciò che voleva fare o non fare”.

Queste analisi, spesso vicine alla realtà, non riescono però neanche lontanamente a far luce sulla realtà delle lotte esistenti tra i clan che dirigono il Paese. questo perché, in realtà, le lotte tra i “civili” della presidenza e i militari, soprattutto quelli dei servizi segreti, hanno sempre adornato i corridoi del potere in Algeria. I capi di Stato, o almeno il fu Chadli Bendjedid e Bouteflika, hanno avuto la meglio sui capi dei servizi. Senza che però questo sia veramente servito al Paese.

Essaïd Wakli è un giornalista algerino che scrive per diverse testate.

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