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Alessandria d’Egitto: l’eredità obsoleta

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Di Samar Zarée. Ahram Hebdo (04/11/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

“Stiamo assistendo a un vero e proprio peggioramento della città di Alessandria: il crollo continuo di edifici storici e l’aumento delle costruzioni abusive porterà presto ad una vera catastrofe”. Queste le parole dell’archeologo Ahmad Abdel-Fattah, che lancia un appello per salvare questa città, una volta conosciuta come la “Perla del Mediterraneo”.

Soprannominata la “Capitale della Memoria” dallo scrittore inglese Lawrence Durrell, che visse qui nei primi Anni ’40, Alessandria è stata fondata da Alessandro Magno 331 a.C.. Grazie alla sua posizione geografica, la città è sempre stata aperta al mondo e oggi ospita la testimonianza di diverse epoche. Oltre ai monumenti del periodo greco, la città ha un quartiere turco (Al-Anfouchi), che si estende dal Porto Ovest a al Porto Est (Al-Gomrok), e uno europeo, nel centro della città, che presenta numerosi edifici di architettura occidentale. Tutti questi edifici sono ora in condizioni deplorevoli e hanno bisogno di un restauro urgente. La città, inoltre, è stata demolita diverse volte a casusa di invasioni, guerre e terremoti.

Il fascino di Alessandria è stato sfigurato però anche da interventi ben più recenti. Dal 2009 al 2014, più di 45 ville e edifici storici molto importanti sono stati distrutti. La villa di Al-Naqib, dove visse la regina Narimane, seconda moglie del re Farouq, il cinema Rialto, via Safia Zaghloul, risalente alla fine del 19° secolo, sono stati demoliti. Lo stesso vale per la terrazza del Club greco a Ibrahimiya, testimonianza di una grande comunità greca di agli inizi del secolo scorso e che è stata demolita due anni fa. Infine, la famosa Villa Aghion che è stata quasi demolita dopo che il proprietario l’aveva fatta fuori dalla lista degli edifici protetti. Più di 100 edifici storici, infatti, sono attualmente oggetto di procedimento dinanzi al Tribunale amministrativo per essere rimossi dalla lista degli edifici e delle aree storiche protette. 

“Non abbiamo ad Alessandria, come in altre città d’Egitto, un chiaro piano di sviluppo e rinnovamento della città. C’è bisogno di una forte volontà politica per salvaguardare il patrimonio della città e, soprattutto, di riformulare la legge sulla protezione degli edifici storici del 2006”. In effetti la legge 44 per la conservazione del patrimonio tutela solo gli edifici legati alla storia nazionale e non tutti quelli che hanno un valore architettonico.

Alessandria ha bisogno il prima possibile di un grande progetto urbanistico perché l’infrastruttura è in uno stato deplorevole e ha bisogno di rinnovamento. Anche le spiagge della città sono in pericolo perché, per qualche tempo, il governo ha concentrato i propri sforzi nel costruirvi alberghi e locali di intrattenimento senza grande attenzione al territorio. Secondo l’architetto Hesham Seoudy per salvaguardare il patrimonio cittadino occorre sviluppare un piano integrato che fermi la demolizione degli edifici storici attraverso degli incentivi dati ai proprietari, siano questi una partnership con il governo o l’acquisto degli immobili.

Per ora la distruzione di questo patrimonio persiste. La villa di Cicurel, meraviglia architettonica in stile art deco che risale al 1930, è in procinto di essere distrutta.

Samar Zarée è una giornalista. Scrive per diversi giornali tra cui Ahram Hebdo.

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