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Al-Nahda contro Foreign Policy sulla questione di genere in Tunisia

Articolo di Stefano Maria Torelli

Ogni anno Foreign Policy, una delle più popolari e prestigiose riviste statunitensi di politica internazionale, stila una propria classifica delle personalità più importanti nel panorama politico globale. Quest’anno, così come l’anno scorso, è stato inevitabilmente influenzato anche dai cambiamenti in corso nel mondo arabo e la Tunisia non fa eccezione. Nella classifica appena pubblicata, figura tra le prime 100 persone più rilevanti per la politica internazionale, anzi addirittura al 18° posto, Ahlem Belhadj, la Presidente dell’Associazione Tunisina delle Donne Democratiche.

La cosa non è stata particolarmente gradita dal partito islamico al potere, al-Nahda, che ha emesso un proprio comunicato stampa in cui chiede ufficialmente delle scuse dalla rivista statunitense. Il problema non è il fatto in sé e per sé di aver incluso una femminista – di cui, anzi, è giusto riconoscere le battaglie politiche che conduce in Tunisia – nella classifica, quanto la motivazione che Foreign Policy adduce nella scelta della Belhadj. Al-Naha riporta, infatti, come sia stato offesa sia la Tunisia, che il partito stesso (in quanto partito di governo), nel momento in cui si è scritto che il Paese è nel mezzo di un’ondata di islamismo al potere, che mira a limitare le libertà delle donne. Non è vero, sostiene al-Nahda, che vi siano in atto tentativi di tornare alla poligamia e di limitare i diritti delle donne, come sostiene Foreign Policy. In effetti, tali propositi sono semmai da attribuire alle correnti più radicali e salafite, non al partito di al-Ghannushi.

Al-Nahda, probabilmente impaurita dall’eventualità che la propria immagine sia confusa all’estero con quella del salafismo montante in Tunisia, sottolinea come, piuttosto, le donne ricoprano un ruolo importante nella vita politica tunisina attuale. Il tasso di donne in Parlamento è più alto in Tunisia che negli Stati Uniti, fa notare il comunicato del partito islamico e, inoltre, mentre negli Stati Uniti nessuna Commissione parlamentare sia guidata da donne, in Tunisia ve ne sono addirittura quattro. Per di più guidate da donne del partito islamico che, secondo Foreign Policy, è la stessa forza politica che starebbe tentando di diminuire le loro libertà. Anche sui terreni dei comunicati stampa e degli articoli di giornale di gioca la diplomazia internazionale.