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Al Dakhil parla di Nasrallah, l’uomo della resistenza

Di Adnan Abu Zayd. Elaph (29/08/01). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Khaled Al-Dakhil si chiede se Hassan Nasrallah, segretario generale del partito Hezbollah, sia un leader settario o un leader politico a cui il settarismo non interessa e sostiene che Nasrallah, scegliendo di schierarsi dalla parte del regime, ha combinato nella sua persona, nel suo partito e nelle alleanze religione e politica.

Nasrallah, consapevole che la sua posizione fa eco a quella iraniana, ha sposato la causa del regime siriano e ha così rafforzato la tesi secondo cui dei combattenti di Hezbollah sono impegnati con le forze del regime nell’uccisione dei manifestanti. Sembra che questa accusa non scalfisca il “signore della resistenza” al quale importa solo che il regime di Bashar Al-Assad sopravviva, qualsiasi sia il prezzo da pagare, anche l’identificazione del suo partito con un regime dittatoriale e sanguinario.

Nasrallah, uomo di fede, ha fatto della resistenza la sua carriera e ha reso il partito eccezionale per identità, ruolo e dimensioni, tanto che la definizione convenzionale di “partito” non può più essere applicata a Hezbollah. Le sue alleanze, sempre più importanti, sebbene si insista sul fatto che l’unico obiettivo del partito è la difesa del Libano, si estendono da Beirut a Damasco, passano per Baghdad, e si spingono fino a Teheran. In particolare, quella con l’Iran è molto più di un’alleanza perché Hezbollah è un braccio del governo di Teheran in Siria e in Libano e, nonostante le ripetute smentite, ne subisce anche il controllo. Inoltre, si osservi che l’unica forza motrice di questa rete di alleanze è l’identità confessionale.

Nasrallah, per la sua inclinazione al settarismo, fa parte di un modello politico che ha dominato la cultura araba per secoli. In questa regione per diversi motivi non si è mai cristallizzato uno stato civile nazionale basato sui principi di libertà, giustizia e uguaglianza. Uno di questi motivi è proprio che non sembra mai esserci stata una leadership politica libera dalla presa del settarismo e del tribalismo.