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A chi giova l’estremismo religioso in Siria?

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Di Faisal al-Qasim. Middle East Monitor (30/06/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

Avete notato che all’inizio della rivoluzione siriana, ciò che infastidiva di più il regime di Bashar al-Assad era la richiesta di libertà da parte della gente? Abbiamo visto come le forze di sicurezza hanno inflitto abusi su chi protestava e si sono divertite nei loro modi di torturarli dicendo loro: “Vuoi la libertà? Eccotela!” (questo mentre li sottoponevano ad abusi). Il regime e i suoi alleati e chi voleva far abortire la rivoluzione, si sono scervellati per escogitare modi di vendicarsi di chi si era ribellato.

E alla fine hanno detto: “Trovato! Sappiamo come far rimpiangere alla nazione ribelle i buoni vecchi tempi della tirannia e far loro maledire il giorno in cui hanno chiesto la libertà. Con dei gruppi di estremisti che al confronto facciano sembrare il regime “democratico” . Permetteremo a quei gruppi di interferire su tutto, anche sui loro abiti, bevande, cibo e sigarette. Così poi diranno: “Ci mancano i giorni dei servizi di intelligence, almeno ci permettevano di fumare e vestirci come volevamo, mangiare, bere e ascoltare tutto ciò che ci piaceva”.

Ciò che rende i tiranni più popolari rispetto ad estremisti dell’Islam radicale è che alcune delle società in cui la gente si è ribellata sono mosaici religiosi, settari ed etnici. È improbabile che società simili accettino di essere governate dalla religione, perché tra i due mali preferiranno il tiranno militare al “califfato”. Ho sentito molti musulmani siriani dire che, dopo la rivoluzione, avrebbero imbracciato subito le armi per liberare il Paese da ogni gruppo di estremisti religiosi. Non si sarebbero cioè rivoltati contro un regime militare solo per vederlo poi rimpiazzato da un governo di estremisti della religione.

Non è forse naturale che la gente comune si chieda – dopo che i gruppi di estremisti hanno sequestrato la rivoluzione – da dove questi gruppi provengano? Perché non li abbiamo visti prima della rivoluzione? Da dove hanno preso le armi? Come hanno fatto ad infiltrarsi in modo così tempestivo e a prendere il controllo della scena con tanta forza? Perché le zone controllate dal regime siriano sono cadute solo quando sono arrivati specifici gruppi dell’Islam radicale? A chi giovano le azioni di questi gruppi e la loro tirannia? Non giovano forse ai tiranni la cui oppressione ha spinto le nazioni a ribellarsi?

I gruppi di estremisti hanno raggiunto due degli obiettivi dei nemici della rivoluzione, sia all’interno che all’estero. Hanno restaurato alcuni dei regimi che erano caduti e hanno prolungato la vita del regime siriano e di altri dopo che i gruppi sono stati usati da parti straniere per deragliare la rivoluzione. I gruppi sono stati anche usati per ridisegnare la cartina regionale. Daesh (Isis) entra in un’area e America ed Iran inviano aerei e gruppi a combattere l’organizzazione sul terreno; poi Daesh se ne va e viene rimpiazzato da un altro gruppo. È sotto questo pretesto che la gente viene sfollata e le aree vengono ridivise.

Anche se prendessimo per vero che questi gruppi estremisti siano del tutto indipendenti, che non siano alla mercé di nessuno e che abbiano trionfato e rimpiazzato i regimi caduti, la gente non avrebbe comunque il diritto di porre una domanda simile? Ossia: “Ci siamo forse rivoltati per rimpiazzare un infarto con un cancro, o l’ingiustizia con l’oscurità?”.

Faisal al-Qasem è un rinomato personaggio televisivo anglo-siriano che risiede in Qatar.

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