Egitto News

19 novembre 2011 – La battaglia di via Mohamed Mahmoud

Centinaia di egiziani si dirigono oggi verso via Mohamed Mahmoud per celebrare i martiri caduti un anno fa nel corso di una delle battaglie più violente tra polizia e manifestanti che il periodo di transizione ricordi. Le richieste non sono nuove: punizione dei responsabili, giustizia per i giovani martiri, riforma della polizia, libertà e giustizia sociale, cogliendo anche l’occasione per chiedere le dimissioni del governo a seguito della strage di scolari nella provincia di Assiut.

In quei giorni di un anno fa, l’aria di downtown era impregnata nuovamente di gas lacrimogeni, non era possibile neanche avvicinarsi al Mogamma per rinnovare il visto. Le scene ricordavano quasi i giorni della rivoluzione, durante i quali il Cairo sprofondò in un clima di incertezza e paura. Lacrimogeni, gas, cartucce e ambulanze.

Alle commemorazioni di oggi partecipano vari partiti e movimenti come Kefaya, 6 Aprile e gli Ultras Ahlawi, tutti determinati a non dimenticare i caduti di quella feroce battaglia costata la vita a decine di giovani e che ne lasciò molti altri ciechi, a causa dei cecchini ai quali fu impartito di mirare agli occhi; non per altro la via fu da molti ribattezzata nei giorni seguenti  “Occhi della libertà”.

Gli slogan carichi di rabbia e frustazione sono tutti per Morsi, accusato di aver dimenticato le promesse di risarcimento alle famiglie e liberazione dei rivoluzionari detenuti e per il ministero degli Interni accusato di rimanere un covo di baltageya (criminali mercenari) con o senza Hosni Mubarak.

Un anno fa si urlava contro il “macellaio” Tantawi e la sua temuta giunta militare, ritenuti i responsabili delle violenze nel paese (dalla strage di Maspero e Mohamed Mahmoud, fino a quella di Port Said ed Abbaseya). Oggi,ad un anno di distanza , Tantawi è in pensione dopo aver ricevuto gli onori di stato dal presidente Morsi e nessuno ha pagato per questi crimini.

Molti egiziani mi spiegarono che avrebbero votato Morsi perchè Shafiq “avrebbe messo in salvo la giunta militare e lasciato in galera tutti i detenuti della rivoluzione”.  Il presidente ha ancora tempo (poco) per rassicurare gli egiziani sulla scelta fatta.

Luca Pavone