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La trentesima edizione del vertice della Lega Araba: l’approdo ad un Nuovo Ordine Mondiale ?

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Un complicato groviglio di questioni favorisce una maggiore ingerenza iraniana nella regione: un rischio contrastato solo in Yemen con ferma risolutezza ma ignorato negli altri paesi

Di Ahmad Gamal, al-Araby (31/03/2019). Traduzione e sintesi di Alessandro Tonni.

Domenica 31 marzo i riflettori degli arabi e del mondo sono puntati su Tunisi. A conclusione dell’ incontro di venerdì, i ministri degli affari esteri hanno formulato una tabella programmatica delle attività del summit dei capi di stato in vista della sua trentesima sessione ospitata a Tunisi. Al suo interno, venti punti significativi .

I loro temi più importanti sono la questione palestinese, la crisi siriana, la situazione in Libia e Yemen, oltre alla decisione di opporsi alla posizione Usa sulla questione del Golan siriano.

La situazione sudanese non è meno grave rispetto a quella degli altri paesi arabi sulla scia delle continue ondate di proteste iniziate lo scorso dicembre contro le aggravate condizioni economiche in cui vive il paese. Khartoum, rappresentata da Taha Othman, il vice del presidente Omar Hasan al-Bashir, entra al vertice arabo con la speranza di ottenere aiuti economici e politiche che mettano il regime al potere nelle condizione di placare la rabbia delle strade.

L’Algeria invece, fa il suo ingresso al summit con un volto nuovo, in virtù del fatto che il movimento popolare è ancora energicamente operante, anche se esso desta una certa preoccupazione riguardo la prospettiva politica del paese.

La questione palestinese apre un nuovo capitolo incessantemente traumatico accompagnato da sfide poste dall’oppressione americana sulla sovranità nazionale e i paesi arabi sono chiamati ad una forte reazione.

I libici contano di fare affidamento sul vertice arabo per difendere il paese adottando un imparziale distacco teso a sostenere un fronte unito tra le istituzioni nazionali. Diversamente, una scissione frammenterebbe i paesi arabi in alleanze a sostegno di visioni reciprocamente contrastanti che aumenterebbero il divario.

Il capitolo sullo Yemen differisce dal resto delle questioni arabe poiché la fisionomia della crisi yemenita impone una assunzione di responsabilità particolare da parte dei capi di stato arabi in modo che venga trovata nel vertice una forma chiara per ristabilire una legalità.

Abd al-Rahim al-Fatih, membro della commissione permanente del partito del congresso generale del popolo, osserva che la questione yemenita è l’unica nella quale le parti arabe in causa hanno assunto una direzione di guida, tanto che questo punto ha fatto balenare nei yemeniti la speranza a credere fermamente che il pericolo nel quale si trovano sia tutto circoscritto alla regione, e di conseguenza, l’aspettativa fiduciosa poggia sulla possibilità di un unanime accordo relativo ad una lotta di opposizione contro l’infiltrazione iraniana in alcuni paesi dell’area.

Ahmad Gamal è un giornalista egiziano


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